L’installazione in argilla esplora il rapporto tra essere umano e natura, presentando un cuore umano da cui emergono elementi naturali locali, a creare un legame simbolico tra anatomia e paesaggio. L’opera, concepita come organismo vivente, evolve nel tempo seguendo il ciclo delle stagioni.
Ispirata alla tradizione popolare campana e al linguaggio visivo degli ex-voto, colloca un cuore ingrandito all’interno di una biforcazione d’albero, esposto nella sua fragilità e intrecciato alla vita vegetale. Questo incontro tra corpo e natura genera una narrazione sull’interdipendenza tra le due forme di vita.
L’opera invita a riflettere sulla responsabilità umana verso l’ambiente, trasformando il cuore in simbolo di una “natura umana condivisa”.
Realizzata attraverso modellazione scultorea, installazione site-specific e processi di crescita naturale, si colloca tra scultura, installazione e osservazione partecipata, offrendo un’esperienza intima e rivelata per gradi
Black Memories
Black Memories (2023) di Irene Russo è un’installazione site-specific realizzata in una foresta abbattuta in Polonia. L’opera si presenta come un grande libro aperto, composto da calchi di tronchi bruciati impressi su pagine di carta artigianale, poggiato su un ceppo annerito.
Il lavoro riflette sulla perdita della natura e sulla memoria che essa lascia nel tempo: ogni impronta racconta la storia di un albero scomparso, trasformando il luogo della distruzione in un archivio poetico.
Immerso nel silenzio del bosco, Black Memories invita lo spettatore a fermarsi, osservare e riconnettersi con la fragilità del paesaggio naturale. L’opera trasforma il gesto della combustione in atto di conservazione, rendendo visibile ciò che sopravvive alla scomparsa — la traccia, la memoria, la materia stessa del tempo.
L’opera nasce dall’idea di una rinascita della natura, esplorando la luce come principio vitale e forza rigeneratrice. Attraverso la fiber art, l’installazione costruisce una scenografia immersiva all’interno del parco, dove fibre naturali si intrecciano con la vegetazione creando un ambiente che respira insieme al paesaggio.
La luce diventa elemento attivo: si riflette, attraversa, si mescola alle fibre, dialogando con gli alberi e guidando lo spettatore in un percorso di percezione e scoperta. L’opera invita a rileggere il paesaggio naturale in chiave poetica e sensoriale, suggerendo una riflessione profonda sul legame tra essere umano e ambiente.
Realizzata interamente con materiali naturali, l’installazione consolida il proprio dialogo con l’ecosistema del parco, inserendosi in una ricerca artistica dedicata alla consapevolezza ecologica e alla tutela del paesaggio.
Attraverso la forma, la materia e l’interazione con la luce, il parco si trasforma in un luogo di contemplazione e partecipazione sensoriale. L’opera invita il pubblico a farsi parte del processo di crescita e rigenerazione, riaffermando la continuità della vita e l’urgenza di proteggere gli habitat naturali.
Rural lab festival 2017
Installazione.